Centro Studi di Castel d'Emilio ed Agugliano

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venerdì 4 luglio 2014


Il volume illustra il contributo che il Corpo Italiano di Liberazione ha dato alla liberazione delle Marche, in generale, e di Ancona in particolare, in quella che si chiama la Battaglia di Ancona, che si svolse dal 1 al 20 luglio 1944.
 

Inquadrato nel II Corpo d’Armata Polacco, svolse sempre il ruolo di coprire il fianco sinistro dei Polacchi, che avanzano lungo la litoranea Adriatica, liberando Ascoli Piceno, Macerata, Tolentino. Liberata Osimo il 6 luglio, il Comandante Polacco Anders predispose un piano di attacco per la conquista di Ancona che prevedeva la 3 Divisione Carpatica a destra, con compiti di fissaggio ed inganno, la 5 Divisione Krescowa, con il compiti di attacco, rottura e sfondamento del fronte tedesco, mediante manovra di aggiramento, il Corpo Italiano di Liberazione, con i compiti protezione, sicurezza e copertura del fianco sinistro. L’obiettivo era di conquistare Ancona e annientare la guarnigione tedesca.

Questo piano, messo in atto dall’alba del 17 luglio ebbe un successo parziale: Ancona fu conquistata il 18 luglio, ma la guarnigione tedesca, nonostante forti perdite, non fu annientata. Di questo parziale insuccesso vari comandanti polacchi accusarono il Corpo Italiano di Liberazione, accusandolo di aver raggiunge i suoi obbiettivi con ritardo, scoprendo il fianco sinistro delle forze avanzanti polacche, che furono costrette a fermarsi, e quindi dare tempo  per fuggire. Accuse che si rivelarono infondate, ma che dimostrano come il Corpo Italiano di Liberazione era parte integrante delle forze alleate che liberarono Ancona.

 

Per dimostrare questo, il volume presenta pagine di storia militare con un linguaggio per specialisti, affrontando anche delicati argomenti come quello dell’apporto delle forze della Resistenza, spesso presentato in maniera distorta. Il linguaggio diviene, però, subito amabile e divulgativo in quanto presenta le operazioni militari ricostruite anche attraverso le testimonianze orali e documentali coeve a complemento della descrivine tecnico-tattica.

Testimonianze di militari e di civili, da quella di Sergio, uno dei soldati del Corpo Italiano di Liberazione partecipe della Liberazione di Santa Maria Nuova e Jesi, a quella di Francesca, che descrive il passaggio del fronte ad Osimo, perno della difesa tedesca, che nel 1944 era il capoluogo delle Marche in quanto Ancona era stata prostrata dai bombardamenti, a quelle di sfollati e cittadini di Agugliano, Castel’Emilio, Cassero Camerata Picena e Castelferretti, paesi sull’asse di avanzata dell’attacco Polacco, che tra macerie morali e materiali speravano di sopravvivere e, vivere un futuro diverso e migliore.

 

Il volume descrive, quindi,’ il passaggio del fronte nell’anconetano, nome con cui ricordiamo tutti quei terribili, quei giorni delle oche verdi, dipinte dai contadini con il l verderame per mimetizzarle e evitare attacchi aerei alleati, e del lardo rosso, come i tedeschi, sempre in cerca di cibo da rubare nelle loro razzie, chiamavano il prosciutto.   

 

Massimo Coltrinari, generale, storico, è docente presso il Centro Alti Studi per la Difesa – ISSMI di Dottrine Strategiche e Storia Militare e alla Università di Roma, La Sapienza. Ha ideato e diretto il Progetto 2Storia in Laboratorio, i cui studi e ricerche hanno dato origine a questa Collana, di cui è direttore.    
 
 

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