Il volume illustra il contributo che il
Corpo Italiano di Liberazione ha dato alla liberazione delle Marche, in
generale, e di Ancona in particolare, in quella che si chiama la Battaglia di
Ancona, che si svolse dal 1 al 20 luglio 1944.
Inquadrato nel
II Corpo d’Armata Polacco, svolse sempre il ruolo di coprire il fianco sinistro
dei Polacchi, che avanzano lungo la litoranea Adriatica ,
liberando Ascoli Piceno, Macerata, Tolentino. Liberata Osimo il 6 luglio, il
Comandante Polacco Anders predispose un piano di attacco per la conquista di
Ancona che prevedeva la 3 Divisione
Carpatica a destra, con compiti di fissaggio ed inganno, la 5 Divisione Krescowa , con il compiti di attacco, rottura e
sfondamento del fronte tedesco, mediante manovra di aggiramento, il Corpo
Italiano di Liberazione, con i compiti protezione, sicurezza e copertura del
fianco sinistro. L’obiettivo era di conquistare Ancona e annientare la
guarnigione tedesca.
Questo piano,
messo in atto dall’alba del 17 luglio ebbe un successo parziale: Ancona fu
conquistata il 18 luglio, ma la guarnigione tedesca, nonostante forti perdite,
non fu annientata. Di questo parziale insuccesso vari comandanti polacchi
accusarono il Corpo Italiano di Liberazione, accusandolo di aver raggiunge i
suoi obbiettivi con ritardo, scoprendo il fianco sinistro delle forze avanzanti
polacche, che furono costrette a fermarsi, e quindi dare tempo per fuggire. Accuse che si rivelarono
infondate, ma che dimostrano come il Corpo
Italiano di Liberazione era parte integrante delle forze alleate che liberarono
Ancona.
Per dimostrare
questo, il volume presenta pagine di storia militare con un linguaggio per
specialisti, affrontando anche delicati argomenti come quello dell’apporto
delle forze della Resistenza, spesso presentato in maniera distorta. Il linguaggio
diviene, però, subito amabile e divulgativo in quanto presenta le operazioni
militari ricostruite anche attraverso le testimonianze orali e documentali
coeve a complemento della descrivine tecnico-tattica.
Testimonianze
di militari e di civili, da quella di Sergio, uno dei soldati del Corpo
Italiano di Liberazione partecipe della Liberazione di Santa Maria Nuova e Jesi,
a quella di Francesca, che descrive il passaggio del fronte ad Osimo, perno
della difesa tedesca, che nel 1944 era il capoluogo delle Marche in quanto
Ancona era stata prostrata dai bombardamenti, a quelle di sfollati e cittadini
di Agugliano, Castel’Emilio, Cassero Camerata Picena e Castelferretti, paesi
sull’asse di avanzata dell’attacco Polacco, che tra macerie morali e materiali
speravano di sopravvivere e, vivere un futuro diverso e migliore.
Il volume
descrive, quindi,’ il passaggio del
fronte nell’anconetano, nome con cui ricordiamo tutti quei terribili, quei giorni delle oche verdi, dipinte dai
contadini con il l verderame per mimetizzarle e evitare attacchi aerei alleati,
e del lardo rosso, come i tedeschi,
sempre in cerca di cibo da rubare nelle loro razzie, chiamavano il
prosciutto.
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