Centro Studi di Castel d'Emilio ed Agugliano

Biblioteca Comunale di Agugliano


L'Apporto di Volumi per l'anno 2014 è stato di 5 Volumi
L'Apporto di Volumi per l'anno 2015 è stato di 5 Volumi
L'Apporto di Volumi per l'anno 2016 è stato di 8 Volumi
L'Apporto di Volumi per l'anno 2017 è stato di 7 Volumi
LApporto di Volumi per l'anno 2018 è stato di 8 Volumi
L'Apporto di Volumi per l'anno 2019 è stato di 5 Volumi
L'Apporto di Volumi per l'anno 2020 è stato di 20 volumi

(info:federazione.ancona@istitutonastroazzurro.org)

Mediateca Polverigi

Biblioteca
Fondo Coltrinari
Storia Militare Contenporanea
e Storia Militare delle Marche.

L'Apporto di Volumi per l'anno 2015 è stato di 38 volumi
L'Apporto di Volumi per l'anno 2016 è stato di 196 volumi
L'apporto di Volumi per l'anno 2017 è stato di 75 volumi
L'Apporto di Volumi per l'anno 2018 è stato di 35 Volumi
L'Apporto di Volumi per l'anno 2019 è stato di 3 Volumi
L'Apporto di Volumi per l'anno 2020 è stato di
(Info: federazione.ancona@istitutonastroazzurro.org)

Società Operaia di Mutuo Soccorso Castel d'Emilio

Biblioteca

Fondo Coltrinari


L'apporto di volumi per l'anno 2012 è stato di 10 Volumi
L'apporto di Volumi per l'anno 2013 è stato di 25 Volumi
L'apporto di Volumi per l'anno 2014 è stato di 50 Volumi
L'apporto di Volumi per l'anno 2015 è stato di 35 Volumi
L'Apporto di Volumi per l'anno 2016 è stato di 30 Volumi
L'Apporto di Volumi per l'anno 2017 è stato di 10 volumi
L'Apporto di Volumi per l'anno 2018 è stato di 18 volumi
L'Apporto di Volumi per l'anno 2019 è stato di 6 Volumi
L'Apporto di Volumi per l'anno 2020 è stato di ......
(info:federazione.ancona@istitutonastroazzurro.org

Biblioteca L. Radoni. Fondo Coltrinari

L'apporto di volumi alla Biblioteca L. Radoni -Fondo Coltrinari per il 2008 è stato di 965 Volumi
L'apporto di volumi alla Biblioteca L. Radoni - Fondo Coltrinari per il 2009 è stato 983 Volumi
L'apporto di volumi alla Biblioteca L. Radoni - Fondo Coltrinari per il 2010 è stato di 1003 Volumi
L'apporto di volumi alla Biblioteca L. Radoni - Fondo Coltrinari per il 2011 è stato di 803 Volumi
L'apporto di volumi alla Biblioteca L. Radoni - Fondo Coltrinari per il 2012 è stato di 145 Volumi
L'apporto di volumi alla Biblioteca L. Radoni - Fondo Coltrinari per il 2013 è stato di 215 Volumi
L'apporto di volumi alla Biblioteca L.Radoni - Fondo
Coltrinari per il 2014 è stato di 943 volumi
L'apporto di volumi alla Biblioteca L. Radoni - Fondo Coltrinari per il 2015 è di 523 volumi
L'apporto di volumi alla Biblioteca L. Radoni - Fondo Coltrinari per il 2016 è di 629 volumi
L'apporto di volumi alla Biblioteca L. Radoni - Fondo Coltrinari per il 2017 è di 354 volumi
L'apporto di volumi alla Biblioteca L. Radoni - Fondo Coltrinari per il 2018 è di 106 volumi
L'apporto di volumi alla BibliotecaL. Radoni - Fondo Coltrinari per il 2019 è 23 volumi L'apporto di volumi alla Biblioteca L. Radoni - Fondo Coltrinari per il 2020 è di 10 volumi (aprile) info:federazione.ancona@istitutonastroazzurro.org

Cerca nel blog

giovedì 28 febbraio 2013

Ancona Il parco dei Dinosauri



DA SABATO APERTO  A POSATORA

Da sabato 2 marzo, fino al 7 aprile, è aperta ad Ancona una delle più spettacolari esposizioni itineranti in Europa, World of dinosaurs: sessanta modelli a grandezza naturale costruiti secondo criteri scientifici. Dal t-rex al triceratopo, da giganti come il diplodoco (trenta metri di lunghezza) ai progenitori degli elefanti, i mammut, sarà possibile ammirare (e toccare) tutti i principali giganti della preistoria. L'iniziativa - che si realizza grazie al sostegno del Comune di Ancona - si può visitare (a pagamento, sono previsti sconti per le famiglie e le scolaresche), tutti i sabato e domenica e, dal 28 marzo al 7 aprile, tutti i giorni, dalle 9,30 alle 17,30.
L'appuntamento è al Parco di Posatora "Eraclio Fiorani" (strada della Grotta, via Posatora 93, versante Palombella, Ancona), non lontano dall'ospedale di Torrette. Per informazioni: 366/6303671, 366/6319297; email: artes.2002@libero.it
  
 
dott. Sergio Sparapani Settore Beni e Attività Culturali, Biblioteche,Turismo tel. 071-222.3125 fax 071-222.5015 mob: 338.7019177 e_mail sergio.sparapani@comune.ancona.it

martedì 19 febbraio 2013

Newsletters dell'Archivio di Stato


E' stata pubblicata una nuova newsletter nel Portale SAN: http://www.san.beniculturali.it/web/san/dettaglio-newsletter-san?tag=nwl_id_2013- per iscriversi alla Newsletter seguire il link: http://www.san.beniculturali.it/web/san/iscrizione-alla-newsletter
Il SAN, aggregatore nazionale di risorse archivistiche, è aperto alla collaborazione delle Istituzioni interessate alla fruizione in rete del proprio patrimonio documentario.

sabato 9 febbraio 2013

Anniversario della Repubblica Romana

Il 9 Febbraio ricorre l'anniversario della Repubblica Romana del 1849. Quella esperienza risorgimentale ha segnato tutto il nostro risorgimento e la attuale Costituzione della repubblica trova in essa i suoi fondamenti. Mazzini e tutto il movimento mazziniano sono stati il sale del nostro vivere civile ed oggi, ancora più che ieri, i principi Mazziniani necessitano essere vissuti più che declamati per uscire da questo pantano morale, economico e sociale in cui il degrado politico ci ha portati. Si riporta uno scritto, preparato da Massimo Bertani per l'Associazione Mazziniana come momento di riflessione e considerazioni per un impegni civile che non sia strumentale ai propri interessi personali.


UN IMPEGNO PER  L’AMI

Abbiamo più volte dibattuto nei mesi scorsi l’opportunità che l’AMI  esca da schemi essenzialmente celebrativi ed assuma anche una sua ben precisa ed autonoma collocazione nell’affrontare i problemi della Nazione apportando una visione di questi nell’ottica di un  moderno ed attuale mazzinianesimo.
Sollecitiamo dunque l’impegno dunque dell’AMI ad operare per il consolidamento delle istituzioni democratiche e repubblicane e per il miglioramento civile e morale della vita della Nazione.
Questo è quanto abbiamo espresso nel nostro Comitato interregionale e sul quale ci impegnammo con un comunicato dello stesso ed altri interventi ad aprire un dibattito
I temi allora riconosciuti come esigenze sulle quali l’Associazione Mazziniana Italiana  ha un suo preciso ed auspicabile impegno ad intervenire furono: Costituzione ; Morale politica ; Stato di diritto; Economia e questione sociale;Scuola ed educazione nazionale; Federalismo “repubblicano” ,Società e “sindacalismo mazziniano.
Ritengo pertanto riprendere quanto espresso in passato con alcune  considerazioni personali ed osservazioni che altro non sono se non semplici appunti sugli argomenti e che auspico possano servire per stimolare un dibattito per gli amici che hanno condiviso di portare avanti un “ progetto di una piattaforma programmatica per l’AMI”.

1° La Costituzione
Rappresenta il punto fondamentale e dal quale dobbiamo iniziare ogni tipo di discorso nel nostro dibattito 
Tre furono le culture politiche che agirono nell’Assemblea Costituente del 1946 : liberale, socialista e cattolica ; culture che avevano una loro lontana radice nella storia della Nazione  e che si composero in una conciliazione dei loro ideali e sistemi.
Tutto ciò ha comportato una Carta di valori etici composti in un solenne compromesso nel quale tre diverse visioni dell’uomo e del mondo storico si sono fuse rappresentando il primo valore della Carta Costituzionale entrata in vigore nel 1948.
 La Costituzione annienta ogni diseguaglianza  di fronte alla legge e si impegna a rimuoverne le cause economiche e sociali : in tale atteggiamento si fondono le istanze di uguaglianza della civiltà liberale con quelle di origine cattolica e socialista e ne consegue che i principi fondamentali  costituzionali  rappresentano un elenco nel quale la tradizione liberale , il solidarismo cristiano e la tradizione socialista si fondono in un armonica interpretazione.
I diritti individuali e collettivi degli uomini precedono la Costituzione ma con l’attuazione di questa la Repubblica li garantisce richiedendo l’adempimento di doveri inderogabili : lealtà all’obbedienza delle leggi nel servire lo stato democratico e repubblicano,solidarietà nel sostegno economico e nei compiti sociali. 
Nell’ordinamento repubblicano la Costituzione è pertanto la regolatrice dell’esercizio della sovranità popolare  e pertanto al di sopra di questa : il governo degli uomini è sottomesso al governo della legge 
Una Costituzione può essere modificata in una ottica di evoluzione – adeguamento oppure in una visione di operare per un cambiamento storico di rottura con le sue radici.
Uno degli effetti delle radici della nostra Costituzione ed uno dei suoi tratti più caratterizzanti sta nel fatto che essa non ammette  di essere puro dominio di una maggioranza  neppure se di matrice popolare
La revisione costituzionale deve necessariamente passare per un largo e condiviso consenso .con procedure  garantistiche e non puramente maggioritarie , con il rischio in quest’ultimo caso di venire ad operare una rottura storica .
Ovviamente l’evoluzione  storica non può essere bloccata  , pretesa antidemocratica , ma una revisione costituzionale non deve ne può rappresentare l’instaurazione di una altra nuova costituzione perché diversi ne sarebbero i meccanismi attuativi.
Da tutto ciò  appare come particolarmente importante essere vigili nei confronti di chi parla come di revisione costituzionale cercando di utilizzarla  come grimaldello per l’instaurarsi di un nuovo sistema politico che intendesse rafforzare una  sua egemonia e per interrompere una esperienza storica tuttora in corso

  2°   Lo Stato : le sue funzioni ,la logica della politica di Mazzini
Nell’ordinamento della vita politica organizzata di una società è opportuno fare riferimento ad alcuni concetti basilari dell’organizzazione dei rapporti che intercedono tra le componenti della società stessa e le loro funzioni.
Nell’ottica di tale visione fondamentale è  lo Stato che rappresenta l’ ordinamento giuridico e politico che a fini generali esercita il potere su un determinato territorio e sui soggetti a esso appartenenti
Nella organizzazione della società civile è’ interessante distinguere tra la forma di stato e quella di governo:
  • la forma di Stato è il modo in cui lo stesso risulta strutturato, ed il modo con  cui si sviluppano i rapporti tra gli elementi costitutivi del medesimo : popolo, territorio e sovranità .Pertanto lo Stato può essere considerato come organizzazione dei rapporti tra governati e governanti e come ripartizione della sovranità sul territorio.
  • La forma di governo, invece, rappresenta il modo con cui le varie funzioni dello Stato sono organizzate tra i diversi organi costituzionali
Nella società moderna la forma di governo è quella che vede i cittadini sottoposti al governo della legge in un ordinamento che vede gli stessi artefici delle stesse
Lo Stato democratico lascia ai cittadini la responsabilità ed il compito di determinare, a seconda delle esigenze, l'organizzazione politica, tecnica ed istituzionale dello Stato,ma questo deve rispondere, sempre e comunque, ad alcuni requisiti :
  • Favorire la convivenza civile
  • Garantire la giustizia
  • Perseguire il bene comune, dell'intera comunità e non di un gruppo a detrimento delle legittime esigenze degli altri
  • Garantire ed assicurare le giuste libertà individuali e sociali
Lo stato democratico è caratterizzato  dalla  partecipazione di tutti i cittadini alla determinazione delle politiche nazionali generali e dall'intervento statale nei rapporti socioeconomici
L'Italia dal 1946 con l’avvento della Costituzione  è una Repubblica democratica parlamentare a democrazia indiretta che usa peraltro anche strumenti di democrazia diretta quali il referendum e l'iniziativa popolare.
I diritti dei cittadini che sono alla base della democrazia moderna  sono ciò che si intende per l'insieme dei diritti civili, politici, sociali ed etici
  • Diritti civili: libertà di autodeterminazione, libertà di parola, diritto alla sicurezza personale, libertà di culto, libera stampa e informazione, libertà di espressione, libertà di associazione, diritto di sciopero, diritto di manifestazione pubblica;
  • Diritti politici: diritto di elezione, diritto di candidatura politica, diritto di associazione partitica;
  • Diritti economici: diritto di proprietà privata, libertà di fondare capitali propri, diritto di concludere contratti, libero mercato, libertà di fondare imprese economiche personali;
  • Diritti sociali: solidarietà sociale (welfare state), assistenza sanitaria universale, pari opportunità di lavoro(per le differenze religiose, etniche, culturali e/o sessuali), diritto di voto per gli immigrati, diritto universale a un'istruzione paritaria;
  • Diritti etici: diritto di decidere sul proprio corpo, libertà dell'orientamento sessuale, libertà della ricerca scientifica,
L’attuazione dei diritti determina la creazione dello Stato di diritto nel quale principio fondamentale è la separazione dei poteri ,che consiste nell'individuazione di tre funzioni pubbliche - legislazione, amministrazione e giurisdizione e nell'attribuzione delle stesse a tre distinti poteri dello stato, organi o complessi di organi dello stato autonomi ed indipendenti gli uni dagli altri.
La loro chiara e netta  separazione  garantisce  l'imparzialità delle leggi e della loro applicazione ed in definitiva è la garanzia costituzionale dei cittadini .

Il potere legislativo è rappresentato dal parlamento a livello nazionale e da eventuali organi, analoghi al parlamento, di regioni e altri enti territoriali  con autonomia legislativa, che producono le norme con un atto che prende il nome di legge.
 Nel sistema politico della  repubblica parlamentare il parlamento è l' istituzione che detiene la rappresentanza della volontà popolare,
Il potere esecutivo, è posseduto dal "governo", al quale compete il potere di applicare le leggi, ed è esercitato da organi che eseguono le prescrizioni delle leggi e attuano in concreto le pubbliche finalità,cioè la pubblica amministrazione.
Il potere giudiziario è infine quel potere che permette in via definitiva e autonoma di risolvere le controversia di natura civile,penale e amministrativa secondo le diverse giurisdizioni attribuite ai magistrati


“Un fattore chiave in una democrazia è la presenza, all'interno della nazione, di una cultura democratica .
Una "democrazia politica" senza cultura democratica diffusa nei cittadini non sarebbe una democrazia.”

Secondo Mazzini la logica della politica è logica di democrazia e libertà, non accettabili dalle forze reazionarie; contro di esse è necessaria una brusca rottura.

La sua visione della società civile è stata anche definita una "religione civile" dove la politica svolgeva il ruolo della fede.
Per questo bisogna «mettere al centro della propria vita il dovere senza speranza di premio e senza calcoli di utilità.».
 Quello di Mazzini era un progetto politico  mosso da un imperativo religioso che nessuna sconfitta, nessuna avversità avrebbe potuto indebolire. «Raggiunta questa tensione di fede , l'ordine logico e comune degli avvenimenti veniva capovolto; la disfatta non provocava l'abbattimento, il successo degli avversari non si consolidava in ordine stabile.»

Ed ancora

"Con la teoria dei diritti possiamo insorgere e rovesciare gli ostacoli, ma non possiamo mettere insieme durevolmente in armonia tutti gli elementi che compongono la Nazione. Con la teoria della felicità e del benessere – considerati come le cose più importanti della vita – noi potremo solo formare uomini egoisti, adoratori dei beni materiali, che porteranno le vecchie passioni nell'ordine nuovo e lo corromperanno dopo pochi mesi. Si tratta di trovare un principio superiore a queste teorie, che possa condurre gli uomini a realizzare le loro virtù migliori; che insegni loro il valore del sacrificio; che li vincoli ai loro fratelli senza farli dipendere da un solo capo o dalla forza della maggioranza. Questo principio é il DOVERE. Bisogna convincere gli uomini che essi sono figli di un solo Dio, esecutori, qui in terra, di una sola Legge - che ognuno deve vivere non per sé, ma per gli altri – e che lo scopo della loro vita non é quello di essere più o meno felici, ma di rendere se stessi e gli altri moralmente migliori. Bisogna convincerli che il combattere l'ingiustizia e l'errore a beneficio dei loro fratelli, é non solo un diritto, ma un dovere; dovere da non tralasciare senza colpa - dovere di tutta la vita”.
La concezione mazziniana della storia, espressione dell'inesauribile attività creatrice di un “ Dio” ,e pertanto in continuo "progresso", prevede che all'interno della stessa gli individui e i popoli sono chiamati  dal comando divino a contribuire al bene dell'umanità: gli individui nella cosciente attuazione dei propri personali doveri – “l'Apostolato dei doveri” - i popoli nella realizzazione della loro “Missione storica”. 

3° La Giustizia
Il problema della Giustizia si pone come uno tra i più esposti a tentativi di revisione costituzionale allorquando viene sospettata di attentare attraverso il controllo della legalità allo stato legislativo parlamentare .
L’esigenza fondamentale che risulta chiaramente espressa nella carta costituzionale è che i poteri non vengano ricondotti tutti al governo, ma trovino adeguati contrappesi in altri poteri o autorità indipendenti ed auto gestiti
Ecco pertanto l’insorgere di alcuni obbiettivi che riportano alla ribalta modifiche del potere giudiziario come la organizzazione  della magistratura o come  le norme riguardanti l’ufficio del pubblico ministero con la separazione delle carriere,che esprimono tentativi revisionistici della Carta Costituzionale e che vanno opportunamente controllati . 
Dobbiamo pertanto auspicare che il potere giudiziario  prosegua nell’esercizio del controllo della legalità con una aderenza sostanziale ai dettami costituzionali proseguendo nell’impegno dimostrato sia contro la criminalità che nel costituire un contrappeso alle devianze anticostituzionali politiche ed economiche
Certamente accanto a ciò che funziona esistono anche arretratezze,intrecci con il potere politico stesso od economico o compiacenze illecite  che non dobbiamo addossare a disfunzioni costituzionali .
Al contrario prima di passare a riforme della stessa è opportuno e necessario vigilare la sua corretta attuazione ed applicazione controllando che dietro certe richieste revisionistiche non si celi una volontà di una riduzione dei valori della giustizia o il tentativo di una politica con una giustizia a lei asservita .
Tutto ciò è particolarmente importante in quanto l’ordinamento giudiziario è fondamentalmente collocato nella  cosidetta  seconda parte della Costituzione senza quella protezione  riconosciuta dai costituenti contro la revisione della prima parte
L’indipendenza della giustizia non va e non deve essere confuso con l’arbitrio della stessa .Il giudice non può invocare una sorta  di immunità che lo ponga al riparo dei controlli democratici, dalle censure o dai giudizi  di responsabilità come qualsiasi cittadino.
In conclusione desideriamo sottolineare che la magistratura è uno dei poteri dello stato di diritto e non un corpo separato dello stesso, o una intoccabile corporazione e rappresenta uno dei pilastri fondanti dello stesso per il quale vanno attuate le garanzie riconosciute

4°)  Politica e morale
Il tema del rapporto tra politica e morale è di estrema vastità e complessità nonché di grande attualità
Lo stile del “fare politica”  è qualcosa che oggi più che mai troppo spesso appare mancare e pertanto nel momento attuale il deterioramento della politica è diventata questione strettamente connessa con la morale.
Tutto quelle caratteristiche che noi riteniamo doversi possedere dalla politica scaturiscono dal significato del termine “morsale politica “  che ad esso attribuiamo .
Alle persone impegnate nella politica si richiede  che  debbano possedere una irrinunciabile proprietà  di certe virtù  affinchè gli stessi  possano dare consistenza , credibilità ed autorità al loro pensiero ed alle loro azioni. Inoltre gli stessi debbono possedere  amore  per la giustizia ,ed impegnarsi per un servizio generoso e gratuito a favore delle vicende della gente , dimostrando  sobrietà ed onestà nel loro modo di operare .
Quando alla classe politica  chiediamo di testimoniare i valori fondamentali della società che essa rappresenta, quando ad essa deputiamo la salvaguardia delle libertà conciliata con l’autorità ed il rispetto della uguaglianza dei cittadini , noi riteniamo si attui la moralità della politica nei suoi organismi rappresentativi.
E lo stesso stile di moralità va richiesto a tutti quei gruppi di cittadini che nelle loro attività rappresentative si propongono di esercitare  un  potere “politico” a qualsiasi livello, per risolvere problemi sociali, economici e politici, secondo le loro convinzioni ideologiche e programmatiche.
Il criterio morale che deve essere assunto come fondamentale nell’azione politica è quello del bene comune di ogni individuo e di tutti gli uomini nel rispetto della dignità degli stessi attuando il metodo della democrazia.
La moralità politica nel dovere del buon governo deve infatti attuare il confronto ed il dibattito democratico senza privilegiare consensi che  escludano l’approfondimento dei contenuti e che vengano ottenuti con decisioni rapide ed imperiose .
Ecco perché necessita vigilare dunque su tutte quelle forme ambigue ed antidemocratiche che vengono contrabbandate con il pretesto del governare con prontezza e decisionalità energica .
La moralità politica si dimostra soprattutto nell’avere un forte senso dello Stato  nel rispetto della Carta Costituzionale  dando la preferenza al bene comune sugli interessi privati e corporativi senza posporre i valori etici al raggiungimento di fini utilitaristici.
Oggi per misurare quanto si sia lontani da questo stile è sufficiente analizzare l’emergenza dell’attuale situazione politica legata alla separazione tra il principio dell’efficacia da quello etico.
(la legge sul conflitto di interessi,la riforma del processo penale,depenalizzazione di alcuni tipi di reati  , …)
Ecco perché la politica non deve essere interpretata come un “mestiere” che impegni per tutta le vita,mentre al contrario deve invece  lasciare posto all’alternanza ed al cambiamento : è necessario aprire a forze nuove senza chiusure preconcette ed ermetiche che annullano il ricambio ed impediscono l’ingresso di forze nuove e fresche
Per concludere riteniamo come il superamento della crisi politica attuale che comporta anche una emergenza politica democratica passi attraverso il ritrovamento di quelle ragioni etiche e principi morali che rappresentano la centralità della vita democratica della Nazione.                                             

5°) Federalismo”repubblicano” : il pensiero di Oliviero Zuccarini
“La repubblica si riparte in regioni ,provincie e comuni” - Così cita l’articolo 114 della Costituzione Italiana
I Padri costituenti vollero introdurre nella Costituzione le Regioni come nuova ripartizione territoriale della repubblica in aggiunta alle provincie ed ai comuni
L’idea regionale storicamente nello stato italiano ha radici nell’ottocento in quei movimenti di pensiero dell’epoca facenti capo principalmente a Carlo Cattaneo.
Anche nel pensiero mazziniano si sostenne l’esigenza di riconoscere la “Regione” come ente intermedio tra Nazione e Comune in quanto precisava Mazzini l’unitarietà non doveva identificarsi esclusivamente con l’accentramento.
Mazzini considerava che la realizzazione dello Stato unitario si sarebbe dovuto strutturare con “un interno moto centrifugo dal centro alla periferia “ . Ma egli non voleva uno stato rigidamente accentrato sostenendo l’opportunità di  conciliare l’unità politico costituzionale con una autonomia delle provincie e magari delle “ regioni”  per una attività amministrativa ,legislativa ed esecutiva per le materie oggetto di interesse locale
Il dibattito sulle Regioni continuò nei primi decenni dello Stato unitario e venne ripreso in modo incisivo all’Assemblea Costituente con la volontà di mutare profondamente l’organizzazione dello Stato con l’intendimento di fondare sul pluralismo dei centri di potere politico la propria libertà e la garanzia di sopravvivenza delle istituzioni democratiche  dopo la triste esperienza del ventennio fascista.
L’onorevole Ruini , presiedente dell’Assemblea Costituente nella sua relazione di presentazione del   progetto di Costituzione evidenziò la novità delle autonomie regionali come “portata decisiva per la storia del Paese” richiamandosi allo stesso pensiero mazziniano indicando che le motivazioni di formule  di auto- governo erano  basilari alla crescita  della libertà
“Non si tratta soltanto di portare il governo alla portata degli amministrati,con un decentramento  politico amministrativo (…) ma si tratta di porre gli amministrati nel governo di se medesimi”
La corrente di pensiero nella quale si inserisce il federalismo appare come un momento di critica alla sovranità dello Stato moderno che si presenta come un accentratore del potere
Il federalismo nasce pertanto come momento di contestazione delle facoltà di potere che vengono accentrate nella sovranità dello Stato moderno , sia esso Stato assoluto che Stato democratico.
La sovranità dello Stato nella concezione federalista non è monolitica ma suddivisa e condivisa  a più livelli dai  cittadini che sono nel contempo cittadini sia del loro Stato che della Federazione.
In tale modo si crea  uno Stato federale che sta al di sopra degli Stati federati  e che ha con essi un intimo rapporto di collaborazione e di controllo
In questo vedere si può parlare di un federalismo politico-territoriale , ma dobbiamo considerare anche una altra aspetto che possiamo definire come federalismo sociale od integrale ( Proudhon) .
Questo tipo di federalismo non è più una struttura unicamente politica -territoriale, ma qualcosa di maggiormente profondo venendo a costituire una “risposta” allo scontro tra libertà ed autorità. Esso rappresenta il cosidetto federalismo integrale in quanto interpreta integralmente il modo di vivere degli uomini non solo sotto l’aspetto politico istituzionale ma anche culturale ,produttivo e sociale
In questa corrente di pensiero si inserisce anche il pensiero  dell’antifascismo per cui il federalismo è l’antidoto dell’autoritarismo in una visione nella quale il fascismo rappresenta l’espressione massima del centralismo liberale . Ne deriva pertanto che l’antidoto al fascismo non è solamente la scomparsa del dittatore o la sconfitta del regime  ma la scomparsa del modello di stato centralizzato e monolitico e la sua sostituzione con uno stato federativo.
Ma ritornando all’Assemblea Costituente del 1946 è importante soffermarsi  sulla figura e sul pensiero di Oliviero  Zuccarini  tenace assertore del federalismo regionale , con una forte impronta sociale.
In lui si riconosce una composizione delle due concezioni : la componente politico-territoriale si collega con il federalismo sociale pur senza raggiungere  una contestazione globale  dello Stato ,ma in una visione globale e moderna dello stesso.
Ci piace pertanto riportare a questo  punto alcuni brani dell’intervento di Oliviero Zuccarini tenuto all’Assemblea Costituente  nella seduta del 6 giugno 1947, in quanto ci appaiono dimostrativi del suo pensiero in materia di federalismo e fortemente esplicativi sul concetto di un “federalismo repubblicano” ,più di qualsiasi altra interpretazione
“…. Della regione si è parlato in tutti i tempi e non già per creare qualcosa di artificioso, ma per migliorare la costituzione politica, amministrativa dello stato italiano.
Il problema fu sentito anche da Mazzini,il quale dopo il 1860 ed anche prima si ribellò contro il sistema accentratore piemontese che si voleva imporre a tutta l’Italia e ne vide fin da allora tutte  le conseguenze “ Non è questa l’Italia che io sognavo” - egli disse - e pensò alla Regione ed al Comune , anzi al Comune prima della Regione.
… Il problema della Regione diventò vivissimo, subito dopo l’avvento del fascismo : allora si capì veramente che cosa poteva rappresentare per la libertà nella vita politica di uno Stato un ordinamento a base regionale …… .
… Un vecchio avvertimento della democrazia . Quando in un solo punto stanno concentrati tutti i poteri e tutte le forze è assai facile a chi riesce a mettere le mani sul potere stabilire la dittatura
… L’antifascismo si orientò verso la soluzione regionale ,valutandola sotto l’aspetto di una soluzione di democrazia e di libertà nello Stato ……
… Alla  Regione non si pensava di arrivare , come si pensa oggi , per una concessione dall’alto : si pensava di arrivarci attraverso le autonomie comunali e con un sistema di collegamento tra comune e comune , che facesse della regione un ponte di passaggio tra le autonomie locali e l’autorità dello Stato …..

… La regione è uno dei pilastri della Costituzione ,così come essa è stata preparata .Togliete quel pilastro e la costituzione precipita .La Costituzione diventa un'altra cosa , cessa di essere democratica
Ed ancora
Volete lasciare lo Stato così come è?credete che in questo Stato la democrazia possa comunque esercitarsi?........
… attraverso la disfunzione dello Stato c’è la incapacità degli attuali organismi burocratici ed amministrativi a funzionare efficacemente …..
..se non provvederemo ad una sua diversa organizzazione interna ,…..verso una diversa distribuzione degli organi rappresentativi,verso una più larga partecipazione dei cittadini alla vita pubblica per la difesa dei propri interessi noi non risolveremo il problema della democrazia
… Non si tratta dunque solamente di un problema di decentramento e di snellimento, ma si tratta di articolare meglio le membra dello Stato. Ed è problema di democrazia ……..
… .E’ un diverso sistema di organizzare la sovranità dei cittadini, anzi il solo modo possibile di organizzarla e che può riuscire efficace ed interessare le popolazioni alla loro vita.

In questo modo io vedo la soluzione regionale”   

Così andava a concludere l’onorevole Zuccarini all’Assemblea Costituente e con questa frase riteniamo poter concludere nel migliore dei modi una visione di un federalismo “repubblicano” , ben diverso da un federalismo “secessionista” nel quale si inseriscono elementi della reazione commisti ad un liberismo ad oltranza  e non ultimi sentimenti xenofobi.
 6°   Società odierna e sindacalismo “mazziniano
Il sindacalismo mazziniano rappresenta una via italiana per concepire soluzioni meglio rispondenti allo spirito, alle tendenze ,alle tradizioni,alle varietà di situazioni economiche e sociali della nostra società nazionale.
Gli insegnamenti di Giuseppe Mazzini sono ispirati alle tendenze dell'umana natura, ai bisogni della società  “in divenire”  ed in “progresso”.
Fu detto che la soluzione sociale mazziniana è una soluzione sindacalista

Infatti Mazzini vide nell'associazione operaia il fulcro della società futura, che per lui non può essere improvvisazione di un giorno, ma invece, una sicura , consapevole e durevole  elevazione del proletariato destinato a sostituirsi con le sue associazioni libere e volontarie all' organizzazione capitalistica.
Egli in ciò ha superato i teorici del sindacalismo e nella visione più complessa del problema dello Stato comprese che, se non si voleva subirlo si doveva, , conquistarlo come garanzia di libertà, di autonomia e di progresso. La Repubblica

La democrazia sindacale è una necessità della vita moderna  e certi principi e criteri informativi è opportuno ricordarli e ritornare su di essi in quanto spesso nella pratica possono essere dimenticati.

L'azione sindacale non può non essere anche azione politica. Si tratta invece di stabilire “quale” politica
Un dibattito che è sempre stato presente nella organizzazione sindacale è stato quello della contrapposizione di due concezioni sindacali decisamente opposte :
·        la prima vorrebbe che i sindacati operai fossero lo strumento della politica dei partiti che ne assicurano la tutela e la direzione effettiva ,
·        la seconda concezione è quella secondo la quale i sindacati debbono fare la loro politica sindacale che i partiti potranno assecondare , fiancheggiare , sostenere , ma mai determinare o dirigere .
Riteniamo infine riportare alcune frasi di Oliviero Zuccarini pubblicate nel lontano 1920, ma altamente significative e di fondamentale attualità pur nelle dovute considerazioni dei tempi.
…….Come mazziniani e repubblicani neghiamo che una società di liberi e di uguali possa essere realizzata dentro l'architettura di uno Stato collettivista o comunista; ci rifiutiamo di partecipare alla illusione dello Stato dispensiere di bene e di male che anima ogni progetto socialista. Oltre alle ragioni teoriche e alle dimostrazioni storiche, sono per noi le esperienze più recenti.

……La società egualitaria del lavoro non può essere che fatto di coscienza, di volontà, di capacità. Suppone, per ciò, un addestramento produttivo che non tutti i lavoratori hanno ed esige un impiego disciplinato di attività del quale non tutti sono ugualmente capaci

……A preparare la società di domani occorre, invece, determinare una diversa consapevolezza dei compiti e delle funzioni sociali di ciascuno,convincere le masse che non basta volere una cosa, ma bisogna saperla realizzare. Ecco perche la nuova organizzazione produttiva potrà uscire solamente da un ben sviluppato movimento sindacale.

……II metodo di Mazzini è nell'avere avvertito come la futura società del lavoro dovesse trovare il suo fondamentale elemento costitutivo nell’associazione operaia; come non si trattasse tanto di collettivizzare la proprietà quanto di sostituire la organizzazione sindacale all'organizzazione capitalistica;

 …...come, infine, la risoluzione del problema sociale  potesse aversi unicamente coll'assorbimento da parte dei liberi sindacati produttivi delle funzioni e dei diritti che ora sono propri del capitalismo fino alla realizzazione di una società di liberi produttori sindacati.

Le parole ed i concetti riportati non hanno necessità di commento


( Il paragrafo 6° è stato Allegato il 12/09/2011)
Paolo Marchi
________________________________________

A seguito della riunione di Sabato 22 ottobre u.s. ed in accordo con i partecipanti invio la proposta della Sezione di Pesaro ad integrazione della Relazione Marchi, dei punti:
-7°) La questione economica
-8°) La difesa civile e militare

da discutere, se riterrete,  in occasione della prossima assemblea interregionale, propedeutica all'Assemblea nazionale di Dicembre.

Ringrazio per l'attenzione e cordialmente saluto.

Massimo Bertani


7° La questione economica:
L’assoggettamento al fattore economico è una delle cause determinanti della crisi delle società occidentali.
E’ una vittoria del disordine e dell’empirismo materialista, inefficaci sul piano dello sviluppo morale e spirituale degli uomini  in quanto abbiamo sperimentato come l’eccesso di beni disponibili nel pianeta produca eccesso di miserie, carestie e conflitti diffusi, a causa dell’accentramento degli stessi beni, nelle mani di pochi.
Noi non condividiamo che l’umanità debba tendere ad un solo modello di organizzazione materiale, alla base del quale subordinare la propria attività produttiva e commerciale, al quale assoggettare l’essere umano nella supremazia del desiderio di godimento rispetto al superamento dell’edonismo come modello di vita diffuso fra i cittadini.
La morale si trova ora in conflitto con gli interessi di ordine economico, la “densità morale” di un’epoca ha perduto la sua battaglia rispetto alla “densità economica” di una società.
L’asservimento dell’uomo alle leggi imperfette dell’economia espone, come non mai in passato, al principio dell’economia come proseguimento della guerra con mezzi diversi dalle armi, ma con effetti potenzialmente non meno letali.
Se la politica è assoggettata all’economia e non l’economia a contemplare fra i propri fini il supporto alle finalità costituzionali del nostro Stato, l’economia stessa tenderà alla sostituzione delle categorie morali ed etiche a fondamento della politica con modelli di governance destinati al consolidamento di regimi totalitari e tirannici, anche dietro al paravento della democrazia formale.
8° La difesa civile e militare:
L’abolizione della leva obbligatoria ha rappresentato in Italia una completa rimozione della questione militare inquadrata nella più ampia visione del diritto-dovere dei cittadini di contribuire alla difesa dello Stato nella forma complessiva di entità territoriale e insieme di ordinamenti e leggi, così come venuta a formarsi alla fine dei precedenti regimi totalitari.
La delega completa a corpi di professionisti ha prodotto la de-responsabilizzazione di intere generazioni di cittadini rese incapaci di pensare a un concetto di difesa, integrato nel più ampio principio di autodeterminazione dei popoli, inette all’uso delle armi ed esposte ad ogni sorta di pericolo esterno ed interno, inabili a rappresentare qualsiasi forma potenziale di deterrenza a difesa di una pace giusta, rispetto agli scenari geo-strategici ed economici in progressiva formazione.
Inoltre la situazione interna attuale non è il riflesso di una visione utopistica e pacifista o tecnologica ed efficiente, ma l’espressione di inettitudine tecnica e politica a cambiare un’istituzione che negli anni è diventata grottesca proponendo un servizio di leva militare obbligatoria oramai assurta ad entità farsesca per povertà di contenuti e fardello di costi fuori controllo.
Questa rimozione ha esposto lo Stato, incapace di formare una adeguata cultura della difesa attiva, alla deriva di falangi paramilitari e già precedute dal braccio politico che potrà servirsene a fini deviati.
Massimo Bertani

( I paragrafi 7° ed 8° sono stati allegati  il 23/10/2011)

(chi non desidera ricevere questo spot è pregato di comunicarlo)