La crescita esponenziale della potenza tedesca al centro dell’Europa all’inizio del secolo XX è la causa dei due conflitti mondiale del novecento. Gran Bretagna e Francia, le potenze dominanti, con la Russia zarista, contrastarono, per mantenere il loro predominio sul mondo, questa crescita con vari mezzi, fino a ricorre alla guerra. Nel 1914 la scintillò che provoco il conflitto fu l’attentato di Sarajevo, con l’Austria che, con l’ultimatum alla Serbia, scatenò la tragedia. Francia Gran Bretagna e Russia, l’Intesa, consce della loro potenza, erano convinte che, in breve, avrebbero avuto ragione della Germania e dell’Austria, gli Imperi Centrali. Adottarono una strategia “dal forte al debole”, una strategia diretta, pensando di vincere facile, in cui non vi era un ruolo per L’Italia.
Le operazioni del 1914 dimostrarono che non si poteva sconfiggere la Germania, rilevatesi troppo forte; il piano tedesco dell’’ala marciante’, violando la neutralità del Belgio e dell’Olanda, sorprese i Francesi che si salvarono, nella battaglia della Marna. per il rotto della cuffia.. In attesa di rinforzi, L’Intesa dovette ricorrere alla guerra di posizione, passando ad una strategia di logoramento, con l’applicazione del blocco terrestre-navale agli Imperi Centrali. Unica porta aperta in questo blocco era l’Adriatico: se l’Italia, neutrale, fosse entrata in guerra a fianco degli Imperi Centrali, come poteva accadere dato che era stata alleata nella Triplice dal 1888 alla Germania ed all’Austria, la strategia di logoramento sarebbe stata vana. La guerra si sarebbe estesa al Mediterraneo ove si poteva anche intaccare le linee di rifornimento dell’Intesa. Da qui il ruolo che l’Italia assunse nel 1915 e che l’Intesa colse e sfruttò. Portata nel campo dell’Intesa, doveva bloccare l’Austria nell’ Adriatico ed impegnarla su un fronte terrestre. Con il patto di Londra del 24 aprile 1915 l’Italia si impegnava a entrare in guerra accanto all’Intesa e, a vittoria conseguita, avrebbe avuto i suoi confini naturali, Trento e Trieste, e gran parte della costa slava, ove l’influenza italiana si sarebbe estesa. Si riprendevano i temi del Risorgimento, contro il nemico ereditario. Il 23 maggio 1915, dichiarata la guerra all’Austria, a decorrere dal 24, il blocco fu completato e la strategia di logoramento completata. L’euforia si diffuse per il Paese: sono le giornate del “maggio radioso”, ove tutti erano convinti che in pochi mesi la vittoria sarà conseguita. Già dalla prime ore di guerra la realtà fu ben diversa. La flotta austriaca, con lo scopo di far sollevare la popolazione contro le Istituzioni, bombardò le città della costa adriatica, da porto Corsini a Manfredonia. Ancona fu uno degli obiettivi principali, ed ebbe 65 morti e notevoli danni ai suoi edifici, compresa La Cattedrale. La guerra appena dichiarata presentata come facile, divenne subito dura, lunga e difficile.