Nella prima metà del secolo XIV, Ancona, pur accettando la protezione e l’alto dominio spirituale della Chiesa, aveva gelosamente conservate le preesistenti prerogative di Repubblica libera ed indipendente. Prerogative perdute nel 1348 in cui i Malatesti da Rimini occuparono, mano armata, il colle San Cataldo che dominava la città e vi si rafforzarono costruendovi un fortilizio, poi ceduto alla Chiesa, e conculcate nel successivo periodo di diretto dominio papale (1335-1383) in cui lo stato di soggezione di Ancona si mutò in servitù più o meno larvata ed onerosa.
Ciò avvenne nel 1335, sotto il governo del Cardinale legato e rettore della marca anconitana, messer Egidio Albornoz di Spagna, tipica figura di statista soldato che, eminente nelle armi e peritissimo nei pubblici negozi seppe, in breve volger di anni, riconquistare alla temporale podestà ecclesiastica le provincie italiane ad essa ribelli, tarpando l’ali a tutti quei signori e tiranni che dall’Alpi alla Sicilia, si ernao affermati nelle terre della Chiesa.[1]
Ciò avvenne nel 1335, sotto il governo del Cardinale legato e rettore della marca anconitana, messer Egidio Albornoz di Spagna, tipica figura di statista soldato che, eminente nelle armi e peritissimo nei pubblici negozi seppe, in breve volger di anni, riconquistare alla temporale podestà ecclesiastica le provincie italiane ad essa ribelli, tarpando l’ali a tutti quei signori e tiranni che dall’Alpi alla Sicilia, si ernao affermati nelle terre della Chiesa.[1]
[1] La eminente figura dell’Albornoz è stata luminosamente tratteggiata dal prof. Filippini : “La prima legazione del cardinale Albornoz in Italia“, in “Studi Storici”.