L’Italia, per completare il processo unitario iniziato nel 1848, inserita nel gioco delle Potenze europee, dichiara guerra all’Austria il 24 maggio 1915: l’euforia si diffuse per il Paese: sono le giornate del “maggio radioso”, ove tutti erano convinti che in pochi mesi la vittoria sarà conseguita. Ma la guerra si rilevò dura, difficile e lunga; dopo undici battaglie costate centinaia di migliaia di morti, arrivò la sconfitta di Caporetto, ove sembrava tutto perduto. Ributtata indietro fino al Piave, si riuscì a superare la crisi, con battaglie ove rifulse la volontà di non cedere di tutti, comandanti e soldati, a premessa di Vittorio Veneto, ottobre 1918, ove si conseguì quella agognata vittoria che permise al nostro paese di dimostrare che non era una semplice espressione geografica. Una vittoria pagata oltre 700 mila morti ed un milione di feriti. Vi era poco da essere trionfalistici e il grande sforzo profuso fu festeggiato con dignità e austerità come ben esprime la pagina del Corriere del 5 novembre 1918.
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