Nota
La Biblioteca dispone di sufficente documetazione per svolgere la ricerca o un tsi di laurea triennale sul tema sotto riportato.
Testo base di riferimento: Gerhard Schreuber, I Militari Italiani Internati nei campi di cncentramento del terzo reich 1943, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell'Esercito, Ufficio Storico, 1992
INTERNATI
Militari Italiani in Germania
dall'8 settembre 1943 all'8 maggio 1945
di Massimo Coltrinari
(massimo.coltrinari@uniroma1.it)
(relazione di di sintesi per il Convegno Esercito e Popoli 1999, Roma)
Il tema che mi è stato assegnato per questo incontro riguarda la prigionia, nella sua forma di internamento, dei militari italiani all'indomani della firma dell'armistizio con le potenze Alleate da parte dell'Italia.
Le vicende sono note: Vittorio Emanuele III, dopo aver colto l'occasione del voto contrario a Mussolini del Gran Consiglio del Fascismo, di esonerare dalle responsbailità di governo Mussolini, affidò al Meresciallo badoglio l'incarico di formare un governo che trovasse una soluzione accettabile per uscire dalla guerra dichiarata il 10 giugno 1940 alla Francia ed all'Inghilterra e dalla stragrande maggioranza degli italiani, nell'estate del 1943, considerata ormai perduta.
Il Maresciallo Badoglio, dopo tentativi più o meno infruttuosi, risce a prendere contatti con gli Alleati e a gingere alla firma di un Armnistizio tra l'Italia e le potenze anglosassoni. Questo Armistizio viene siglato il 3 settembre 1943 in un uliveto nella piana di Cassibile.
La notizia di tale firma viene data dagli Alleati, all'insaputa di badoglio la sera dell'8 settembre, con lo scopo primario di agevolare lo sbarco nel golfo di Salerno previsto nella notte tra l'8 settembre ed il 9. Il governo badoglio non riesce a padroneggiare la situazione e praticamente lascia le Forze Armate in balia di se stesse. La pronta reazione tedesca, agevolata dal fatto che Berlino, dalla caduta di Mussolini, aveva sempre piuù diffidato dell'atteggiamento italiano, nel breve volgere di qualche giorno disarma ed annienta tutte le forze armate italiane sia in Italia che all'estero, determinando l'inizio della tragica odissea degli Internati Militari Italiani in Germania
La Consistenza delgi Internati Militari Italiani
Secondo studi recenti[1] l'Italia schierava, alla data dell'armistizio oltre 1 milione e mezzo di uomini; complessivamente ne sono stati disarmati 1006730, mentre i rimanenti 493.000 sono riuscite a sfuggire alla cattura tedesca, o a raggiungere la montagna, o le proprie case oppure, se all'estero, i movimenti di resistenza già attivi contro la coalizione antihitleriana.
Secondo le stesse fonti i 10076780 militari italiani catturati dai tedesci, sono stati presi dai seguenti reparti germanici: Comando gruppo Armate B, Rommel, in Italia, 415.682, Comando 19° Armata, in Francia, 58722, Comando Sud Italia, Kesserling, 102.342, Comdando gruppo Armate Est, Grecia ed Egeo, 265.000 e Comando 2a Armata Corazzata, Balcani, 164.986.
La stessa fonte offre il seguente quadro generale di situazione sui militari italiaani internati in Geermania:
- militari italiani alle armi, oltre 1.500.000
- militari italiani sfuggiti alla cattura, 493.000
- militari italianicatturati, 1006.780
- militari italia sfuggiti ai tedeschi dopo la cattura, 190.000
- militari italiani internati, 725.000
- militari italiani che hanno aderito alla RSI dopo l'ingresso nei lager, 114.5oo
- militari italianiconsiderati prigionieri ed inviatial fronte dell'est come ausiliari, 12000
- militari italiani internati nei lagr del III Reich e territori occupato, 598.000
Da questo riepilogo emerge che il 19% ( 190.000) del totale di 1.006730 militari disarmati sono sfuggiti ai tedeschi o col loro consenso o per abilità personale, mentre circa il 20% hanno collaborato con i tedeschi sia la momento del disarmo (90.000) sia con le successive adesioni dall'ottobre 1943 al gennaio 1944 (114.500), cifra che rappresenta il 16% degli italiani internati nei campi di concentramento (725.000).
I dati che sono stati riuportati presentano discrepanze dell'ordine dell1% e quindi dovrebbero corrispondere o essere quanto meno piuttosto vicine alla relatà storica.
[1] Schreiber G., I Militari Italiani Internati nei campi di concentramento del Terzo Reich 1943 -1945, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell'Esercito, Ufficio Storico, Roma, 1992
Militari Italiani in Germania
dall'8 settembre 1943 all'8 maggio 1945
di Massimo Coltrinari
(massimo.coltrinari@uniroma1.it)
(relazione di di sintesi per il Convegno Esercito e Popoli 1999, Roma)
Il tema che mi è stato assegnato per questo incontro riguarda la prigionia, nella sua forma di internamento, dei militari italiani all'indomani della firma dell'armistizio con le potenze Alleate da parte dell'Italia.
Le vicende sono note: Vittorio Emanuele III, dopo aver colto l'occasione del voto contrario a Mussolini del Gran Consiglio del Fascismo, di esonerare dalle responsbailità di governo Mussolini, affidò al Meresciallo badoglio l'incarico di formare un governo che trovasse una soluzione accettabile per uscire dalla guerra dichiarata il 10 giugno 1940 alla Francia ed all'Inghilterra e dalla stragrande maggioranza degli italiani, nell'estate del 1943, considerata ormai perduta.
Il Maresciallo Badoglio, dopo tentativi più o meno infruttuosi, risce a prendere contatti con gli Alleati e a gingere alla firma di un Armnistizio tra l'Italia e le potenze anglosassoni. Questo Armistizio viene siglato il 3 settembre 1943 in un uliveto nella piana di Cassibile.
La notizia di tale firma viene data dagli Alleati, all'insaputa di badoglio la sera dell'8 settembre, con lo scopo primario di agevolare lo sbarco nel golfo di Salerno previsto nella notte tra l'8 settembre ed il 9. Il governo badoglio non riesce a padroneggiare la situazione e praticamente lascia le Forze Armate in balia di se stesse. La pronta reazione tedesca, agevolata dal fatto che Berlino, dalla caduta di Mussolini, aveva sempre piuù diffidato dell'atteggiamento italiano, nel breve volgere di qualche giorno disarma ed annienta tutte le forze armate italiane sia in Italia che all'estero, determinando l'inizio della tragica odissea degli Internati Militari Italiani in Germania
La Consistenza delgi Internati Militari Italiani
Secondo studi recenti[1] l'Italia schierava, alla data dell'armistizio oltre 1 milione e mezzo di uomini; complessivamente ne sono stati disarmati 1006730, mentre i rimanenti 493.000 sono riuscite a sfuggire alla cattura tedesca, o a raggiungere la montagna, o le proprie case oppure, se all'estero, i movimenti di resistenza già attivi contro la coalizione antihitleriana.
Secondo le stesse fonti i 10076780 militari italiani catturati dai tedesci, sono stati presi dai seguenti reparti germanici: Comando gruppo Armate B, Rommel, in Italia, 415.682, Comando 19° Armata, in Francia, 58722, Comando Sud Italia, Kesserling, 102.342, Comdando gruppo Armate Est, Grecia ed Egeo, 265.000 e Comando 2a Armata Corazzata, Balcani, 164.986.
La stessa fonte offre il seguente quadro generale di situazione sui militari italiaani internati in Geermania:
- militari italiani alle armi, oltre 1.500.000
- militari italiani sfuggiti alla cattura, 493.000
- militari italianicatturati, 1006.780
- militari italia sfuggiti ai tedeschi dopo la cattura, 190.000
- militari italiani internati, 725.000
- militari italiani che hanno aderito alla RSI dopo l'ingresso nei lager, 114.5oo
- militari italianiconsiderati prigionieri ed inviatial fronte dell'est come ausiliari, 12000
- militari italiani internati nei lagr del III Reich e territori occupato, 598.000
Da questo riepilogo emerge che il 19% ( 190.000) del totale di 1.006730 militari disarmati sono sfuggiti ai tedeschi o col loro consenso o per abilità personale, mentre circa il 20% hanno collaborato con i tedeschi sia la momento del disarmo (90.000) sia con le successive adesioni dall'ottobre 1943 al gennaio 1944 (114.500), cifra che rappresenta il 16% degli italiani internati nei campi di concentramento (725.000).
I dati che sono stati riuportati presentano discrepanze dell'ordine dell1% e quindi dovrebbero corrispondere o essere quanto meno piuttosto vicine alla relatà storica.
[1] Schreiber G., I Militari Italiani Internati nei campi di concentramento del Terzo Reich 1943 -1945, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell'Esercito, Ufficio Storico, Roma, 1992
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