domenica 26 luglio 2020
lunedì 20 luglio 2020
Il Passaggio del Fronte Luglio 1944
Con l’occupazione di Ancona il giorno
precedente da parte delle truppe polacche, Osimo non è più in prima linea; non
vi è più nemmeno il pericolo, ormai scongiurato dal 17 luglio, di un ritorno
controffensivo tedesco. Si comincia a respirare e a guardarsi intorno. Inizia
quella quiete dopo la tempesta che, a volte, e più terribile della stessa
tempesta. Osimo, che non ha subito il temuto bombardamento aereo, non è stata
rasa al suolo, distrutta, ma ha tutte le sue abitazioni lesionate e colpite, le
macerie per le strade sono ovunque, il suo tessuto socio-urbano sconvolto. Un
quadro desolante, il passaggio del fronte aveva lasciato il segno. Ma se si
considera che Osimo era il perno della difesa tedesca per la difesa del Porto
di Ancona, si può dire che i danni potevano essere maggiori.
Accanto ai danni materiali, ben più
gravi sono i danni morali. Si viene a conoscenza delle tragedie che hanno
colpito la popolazione osimana; non vi è conoscente che non sia stato se non
colpito, sfiorato da tragedie personali. Si da fondo a tutte le risorse morali
per riprendere a vivere e a farsi coraggio.
Ai nostri fini, pochi in Osimo hanno
la percezione che alla battaglia per la conquista di Ancona ha avuto un ruolo
anche una unità combattente italiana. Tutti hanno superato la sorpresa di
vedere nei tanto attesi “Alleati”, i Polacchi, vestiti con uniformi inglesi. Ma
i “Liberatori” sono sempre dei “vincitori” e dettano le loro condizioni che
discendono dai loro interessi e dai loro fini. Ed i rapporti anche con i
Polacchi non sono semplici. Era iniziato il dopoguerra. Passato il pericolo c’è
da ricostruire e da conquistare. Ma lo scenario ideologico che presto si
delinea, con un passato che non si può dimenticare ed un presente che già
annuncia quello scontro ideologico che sarà il substrato dominante del
dopoguerra e che poi darà vita alla guerra fredda con la divisone del mondo in
due blocchi contrapposti. In questo il Corpo Italiano di Liberazione è messo
lì, da una parte, non considerato per il suo ruolo e per la sua partecipazione.
Complesso comprendere questo in tutte le sue sfumature; facile capire questa
indifferenza e distanza se si considera che erano soldati di una monarchia,
compromessa con il fascismo, che aveva cambiato campo attraverso la tragedia
armistiziale, e che ora si ripresentava per rappresentare e dirigere una nuova
Italia sconvolta da una guerra da lei voluta o almeno non impedita. Nessuno vedeva in loro
l’impegno personale di fare una Italia diversa, migliore, attraverso la lotta
al tedesco; impegno personale che portava giornalmente a mettere in discussione
la propria vita per un interesse superiore, dopo aver superato quel “chi to fa fa” che stava sconvolgendo,
lacerando e minando il tessuto sociale del meridione, causa di tanti mali che
ancora oggi lo affliggono; intaccato allora il senso civico e il senso
etico-morale, le popolazioni meridionali furono facile preda e in balia di
quelle forze dell’antistato che portarono e portano solo miseria, criminalità e
povertà. Il Corpo Italiano di Liberazione combatteva il tedesco per una Italia
diversa e migliore, come quelle forze della Resistenza, quei “Patrioti”, che
quel 6 luglio 1944 precedettero alla occupazione di Osimo le compagnie polacche
avanzanti.
“19 luglio
1944“La nostra cittadina ha un aspetto desolante! Ora che
ci è permesso di uscire senza
incubo….possiamo osservare con meraviglia come è conciata! Case completamente
distrutte non c’è ne sono, ma ovunque macerie su macerie, strade ingombre di
ogni sorta di roba distrutta, grovigli di fili elettrici e telefonici, vetri ed
altro! I momenti più sensazionali sono quelli quando c’incontriamo con persone
amiche e ci salutiamo con gioia ed affetto, poiché siamo rimasti incolumi in
tanta tragedia! Questa mattina è venuta dall’Abbadia la nostra mamma recandoci
la dolorosa e tragica notizia che della famiglia Montapponi ( colono dello Zio
Don Vincenzo) sono periti quattro familiari ed un quinto è disperso!! Il
disastro è avvenuto in un rifugio sotto Castelfidardo dove erano appunto
rifugiati con altre persone circa in numero 25. Una bomba di artiglieria a
lungo tiraggio ha colpito in pieno tale rifugio causando la morte istantanea
della moglie Carola del Montapponi, di due figlie, Gina e Maria, e di un
figlio, Armando e ferendo Bruna che a tutt’oggi non si sa dove sia ricoverata.
Il padre solo ricorda di aver visto soldati della Croce Rossa Polacca prendere
la figlia e trasportarla con l’autoambulanza!
Quanto dolore…
Gianna è disperata--- Domani mattina ritornerà all’Abbadia con la nostra mamma…[1]
[1] Scrive Massimo Morroni in merito a questo
episodio “12.7.1944. Mercoledì’ A seguito di un cannoneggiamento in contrada
Montecamillone, in una grotta di terra vicino alla fornace Giordani, per la
strada della stazione, del colono Valenti Giorgio detto il Guardià, muoiono
sette persone: Gino Valenti di anni 16 figlio di Giorgio, Carola Mazzieri in
Montapponi di anni 49 con i figli Armando di anni 13, Gina di anni 27 e Maria
Celestina di anni 9 e sono stati trovati affiancati sulla strada due giovani:
Romolo Mammoli di anni 18 e Maria Pigliapoco di anni 20. E’ rimasta gravemente ferita
Bruna Montapponi, un’atra figlia della signora Carola. Ferita alla testa viene
soccorso da Cecerelli e Bontempi e successivamente viene dal Buontempi
trasportata al comando medico alleato presso lo stabilimento di Settimio
Soprani. Verrà più tardi trasportata con un elicottero (Il II Corpo Polacco non aveva in organico un
elicottero per lo sgombero feriti; L’elicottero si affermerà dopo la II guerra
mondiale. Molto probabilmente Bruna Montapponi è stata trasportata a Falconara
con autoambulanza dove, con mezzo aereo (Dakota C3) è stata evacuata a Bari,
n.d.a) all’ospedale
di Bari dove purtroppo rimase senza documenti e senza memoria. Solamente dietro
ricerche dei familiari viene ritrovata e fatta ritornare a casa.” Cfr Morroni M., (a cura di) Abbadia. Osimo Stazione. Storia, Memoria e
Immagini., Osimo, Comune di Osimo, 2005, pag. 45. Nello stesso volume si
indica il paragrafo, “Il passaggio del fronte (luglio 1944) per una visione più
ampia degli avvenimenti riferibili
all’Abbadia e zone limitrofe.
sabato 4 luglio 2020
Arredo Urbano. Lapidi dei caduti In Guerra. Cimitero di Castel Ferretti
Questo riquadro, per il passare del tempo, ha bisogno di essere rimesso a posto. La federazione di Ancona del Nastro Azzuro si stà attivando per ridare dignità e decoro a queste lapidi
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