venerdì 29 maggio 2020
sabato 23 maggio 2020
lunedì 18 maggio 2020
giovedì 14 maggio 2020
Casteld'Emilio: Quadro generale delle Notizie sui Caduti della Grande Guerra
Per ogni nominativo è stato consultato il Repertorio dei fogli matricolari esistente all'Archivio di Stato di Ancona e sono stati tratti i dati dai fogli matricolari di ogni Caduto
Nei post a seguire per ogni Caduto saranno pubblicate le schede relative al fine di raccogliere ulteriori dati
email di risposta per eventuali comunicazioni è la seguente: federazione.ancona@istituonastroazzurro.org
venerdì 8 maggio 2020
Nuovo impulso al Progetto.
Si ripropone lo studio programmatico relativo ai Caduti di Castel d'Emilio così come predisposto nel 2012. In questi otto anni sono state sviluppate ricerche, ancorchè intermittenti limitare dal tempo disponibile. L'epidemia in essere ha avuto come risvolto la contrazione delle attività di riposo e di svago costrngendoci a stare a casa. Da qui il maggior tempo disponibile per lavori di ricerca e sviluppo. Pertanto il materiale raccolto è stato messo in sistema ed ora può essere pubblicato. Nei vari post a venire sarà pubblicato e si spera che le lacune mancanti possono essere colmate.
L’avvicinarsi
del centenario della entrata in guerra dell’Italia il 24 maggio 1915, che cadrà
tra due anni, ha dato l’occasione per rivisitare segmenti della nostra memoria
che potrebbero essere portati alla attenzione di tutti. In questo quadro,
all’inizio del mese scorso, è stata avviata una ricerca in merito ai Caduti di
Castel’Emilio nella Prima Guerra Mondiale. Su questo assunto sono stati anche inclusi
tutti i Caduti di Castel d’Emilio nelle guerre patrie nell’arco di tempo che va
dalla proclamazione dell’Unità d’Italia, il 17 marzo 1861 al I Conflitto
Mondiale.
La ricerca ha un
duplice scopo: quella di avviare raccolta di documentazione in merito e
riferenti ai Caduti, e quella di creare uno spaccato della vita di
Castel’Emilio di fine ottocento-inizio novecento.
Questa ricerca
si innesta in un'altra. Avviata nel mese di maggio relativa al Documento delle
Assemblee della Società di Mutuo Soccorso che va dal 1935 al 1945. Anche se non
direttamente correlata, occorre tenere presente che nel 2015 vi è l’anno
celebrativo delle Società di Mutuo Soccorso e potrebbe essere utile avere, in
eventuali partecipazioni a cerimonie o convegni i risultati di questa ricerca.
Queste due ricerche tendono a creare un
riferimento documentale alla vita di Castel’Emilio, in modo autonomo e non
referente in un arco oltre centenario, al fine di consegnare ai giovani
elementi di memoria che sostengano e difendano la identità della Collettività e
del senso di appartenenza, oggi più che mai utile in presenza di una
immigrazione exstracomunitaria che, accettata nei suoi aspetti positivi, impone
un confronto che non può essere che di crescita e di reciproco rispetto. Noi
siamo sempre più convinti che se questo non si attua si andrò incontro a
scontri e conflitti che sono sempre forieri di criminalità, miserie e povertà
per tutti. Alle predette ricerche si aggiunge anche quella, già in essere
nell’ambito delle attività di Studio e ricerca per quella relativa alle Unità Marchigiane della
I Guerra Mondiale.
Lineamenti
delle Ricerche
- Caduti di Castel d’Emilio
I Lineamenti che
sono stati adottati per le ricerche di cui sopra, si innestano nel quadro delle
attività messe in atto nel Progetto Storia in laboratorio, in cui vengono
messi, attraverso l’adozione del metodo storico, gli elementi essenziali della
ricerca in modo consequenziale, al fine di dare un documento, o volume che sia
nello stesso tempo di documentazione che di divulgazione, nel quadro delle
attività di ricerca del Centro Studi di Agugliano.
Per la ricerca
dedicata ai Caduti delle Guerre Patrie i lineamenti essenziali sono riferibili
ai punti essenziali del Metodo Storico, ovvero:
. oggetto della
ricerca
. suoi limiti di
spazio e di tempo
. scopo e
finalità.
Per ogni Caduto,
sulla base della documentazione raccolta, si vuole compilare un quadro di
presentazione composto dai seguenti punti:
. fotografia o
fotografie del caduto
. elementi
identificativi
. data della
Morte
. luogo e
circostanze in cui è avvenuta.
. informazioni
dettagliate sul reparto sia di minore che di alto livello in cui operava
. zona delle operazioni, e quindi descrizione dell’operazione in cui ha
trovato la morte
. notizie
biografiche della sua vita a Castel d’Emilio.
. eventuali note
dei discendenti
. documentazione,
lettere, o altro che ha lasciato.
. ulteriori
elementi che si deciderà di inserire caso per caso.
Fonti.
Per poter
attuare questa scheda, le fonti individuate sono:
. Famiglia del Caduto
Raccogliere tutta la documentazione
in possesso della famiglia, in copia lasciando alla
medesima gli originali, ricordi,
racconti, tradizione orale, in un confronto continuo
. Ministero della Difesa. Direzione del Personale. Albo d’Oro
Ricerca del fascicolo del Caduto
presso l’Albo d’Oro, e riproduzione di tutto
l’incartamento; esame del medesimo
e stesura di quanto si può pubblicare.
. Archivio di Stato di Ancona
Richiesta all’Archivio di Stato
di Ancona ( Via Maggini) dello Stato di Servizio o foglio
Matricolare del Caduto per avere
una indicazione del suo iter militare.
. Biblioteca Militare Centrale
Volumi della I Guerra Mondiale,
in particolare la Relazione Ufficiale della I Guerra
Mondiale, la serie dedicata alle
Unità (livello Brigata e Divisione), I Diari Storici delle
Unità
Elaborazione e Realizzazione
Il materiale raccolto
verrà elaborato per la realizzazione di un volume, le cui dimensioni saranno
delineate dalla entità del materiale raccolto.
Il Volume avrà
la seguente struttura
. Premessa
. Presentazione
. Prefazione
. Nota
dell’Autore
. Ringraziamenti
. Introduzione
. saggio introduttivo sulle guerre
d’Africa. Guerre Coloniali Italiane. Descrizione della
Battaglia ove è Caduto il cittadino
di Castel’Emilio.
. saggio introduttivo sulla Prima
Guerra Mondiale. Caratteristiche e peculiarità
. Testo del Volume Pubblicazione delle schede dei Caduti come sopra
. Conclusione
. Postfazione
. Bibliografia
. Indice dei
Nomi
. Ill. Cartine,
Foto,
. ISBN,
. Pagine
presunte 220/250
Per gli aspetti
tecnico-realizzativi del volume, nel quadro del progetto Storia in Laboratorio,
potrebbe essere inserito nella Collana in essere, Università La Sapienza, con
la proposta “print on domand” della Società Nuova Cultura, con edizione
cartacea ed anche e-book. Il costo preventivabile è, di edizione, 600/700 euro,
di acquisto dei libri in base al quantitativo richiesto.
E’ prevedibile
una Tabula Gratulatoria di versamento pro quota.[2]
[2]
La Collana Storia in Laboratorio, di cui il
Direttore è il sottoscritto, può essere consultata all’indirizzo: www.nuvacultira.it/edizioni nuova
cultura/pubblica con noi/collane scientifiche/elenco collane: collana storia in
laboratorio/ scheda collana/ libri in collana.
martedì 5 maggio 2020
Casteld'Emilio: Sant'Isidoro protettore degli agricoltori
Forse è stato messo poco in risalto l’ambizioso traguardo di “santità di coppia” che due semplici contadini di Madrid sono riusciti a raggiungere nel XII secolo: probabilmente perché la pratica devozionale ha fatto prevalere, nel marito, l’aspetto prodigioso e miracolistico, e la popolarità che lui si è guadagnato praticamente in tutto il mondo come patrono dei raccolti e dei contadini ha finito per oscurare un po’ quella di lei, che pure si è fatta santa condividendo gli stessi ideali di generosità e laboriosità del marito, raggiungendo la perfezione tra casseruole, bucati e lavori nei campi. Parliamo di San Isidoro di Madrid e della beata Maria Toribia, la cui festa si celebra nel mese di maggio (il 10 o il 15, dipende dai calendari), anche se lui, per il fatto di essere patrono dei campi, viene invocato e festeggiato praticamente in ogni stagione dell’anno, al tempo della semina come al tempo dei raccolti. Isidoro nasce a Madrid intorno al 1070/1080 da una poverissima famiglia di contadini, contadino egli stesso tutta la vita, per necessità. Non sa né leggere né scrivere, ma sa parlare con Dio. Anzi, a Dio dedica molto tempo, sacrificando il riposo, ma non il lavoro, al quale si dedica appassionatamente. E quando l’urgenza di parlare con Dio arriva anche durante il lavoro, sono gli angeli a venirgli in aiuto e a guidare l’aratro al posto suo: un modo poetico e significativo per dire come Isidoro abbia imparato a dare a Dio il primo posto, senza venir mai meno ai suoi doveri terreni. Per i colleghi invidiosi è facile così accusarlo di “assenteismo”, ma è il padrone stesso a verificare che Isidoro ha tutte le carte in regola, con Dio e con gli uomini. L’invidia, che è davvero vecchia quanto il mondo, gli procura anche un’accusa di malversazione e di furto ai danni dell’azienda, perché ha il “brutto vizio” di aiutare con generosità i poveri, attingendo abbondantemente da un sacco, il cui livello tuttavia non si abbassa mai. E pensare che la generosità di Isidoro non si limita alle persone, ma si estende anche agli animali della campagna, ai quali d’inverno non fa mancare il necessario sostentamento. In questo continuo esercizio di carità e preghiera è seguito passo passo dalla moglie Maria, che una certa agiografia ha dipinto dapprima avara e poi “conquistata” dall’esempio del marito. Certo è comunque che sulla strada della perfezione avanzano entrambi, sostenendosi a vicenda e aiutandosi anche a sopportare i dolori della vita, come quello cocente della morte in tenerissima età del loro unico figlio. Isidoro muore nel 1130 e lo seppelliscono senza particolari onori nel cimitero di Sant’Andrea, ma anche da quel campo egli continua a “fare la carità”, dispensando grazie e favori a chi lo invoca, al punto che quarant’anni dopo devono a furor di popolo esumare il suo corpo incorrotto e portarlo in chiesa. A canonizzarlo, però, nessuno ci pensa. Ci vuole un grosso miracolo, cinque secoli dopo, in favore del re Filippo II a sbloccare la situazione. E il 12 marzo 1622 papa Gregorio XV gli concede la gloria degli altari insieme a quattro “grossi” santi (Filippo Neri, Teresa d’Avila, Ignazio di Loyola e Francesco Saverio) in mezzo ai quali, qui in terra, l’illetterato contadino si sarebbe sentito un po’ a disagio. E da allora, come recita l’enciclopedia dei santi, diventa il “patrono degli affittuari agricoli, dei birocciai, di Centallo e di Verzuolo”.
Autore: Gianpiero Pettiti (da Famiglia Cristiana)
Autore: Gianpiero Pettiti (da Famiglia Cristiana)
Nasce in una Spagna che per buona parte è in mano araba, e nell’infanzia sente raccontare le gesta di tre grandi condottieri. Ecco Alfonso VI il Bravo, re di Castiglia e di León, che ha conquistato tante città. E poi Yusuf ibn Tashufin, capo della dinastia musulmana degli Almorávidi, che ha sconfitto Alfonso nel 1081 e ha incorporato i domìni arabi di Spagna nel suo impero nordafricano. Infine, c’è il condottiero dei condottieri, l’eroe nazionale Ruiz Díaz de Bivar detto il Cid, el que en buena çinxo espada (colui che in buon’ora cinse la spada).
Isidoro non ha spada né cavallo. Orfano del padre fin da piccolo, va poi a lavorare la terra sotto padrone, nelle campagne intorno a Madrid. A causa della guerra, cerca rifugio e lavoro più verso nord, a Torrelaguna. E vi trova anche moglie: Maria Toribia, contadina come lui.
Isidoro è un credente schietto. Partecipa ogni giorno alla Messa mattutina, e durante la giornata lo si vede spesso appartato in preghiera. Questo gli tira addosso le accuse di altri salariati: ha poca voglia di lavorare, perde tempo, sfrutta le nostre fatiche. È già accaduto agli inizi, nelle campagne di Madrid; poi continua a Torrelaguna, e più tardi a Madrid ancora, quando lui vi ritorna alla fine dei combattimenti. A queste accuse Isidoro non si ribella, ma neppure si piega. Il padrone è preoccupato, non si fida di lui? E allora sorvegli, controlli, verifichi i risultati del suo lavoro... E questo fa appunto il padrone, scoprendo che Isidoro ha sì perso tempo inginocchiandosi ogni tanto a pregare, ma che alla sera aveva mietuto la stessa quantità di grano degli altri. E così al tempo dell’aratura: tanta orazione pure lì, ma a fine giornata tutta la sua parte di terra era dissodata.
Juan de Vargas si chiama questo proprietario, che dapprima tiene d’occhio Isidoro con diffidenza; ma alla fine, toccata con mano la sua onestà, arriva a dire che quei risultati non si spiegano solo con la capacità di lavoro; ci sono anche degli interventi soprannaturali: avvengono miracoli, insomma, sulle sue terre.
E altri diffondono via via la voce: in tempo di mietitura, il grano raccolto da Isidoro veniva prodigiosamente moltiplicato. Durante l’aratura, mentre lui pregava in ginocchio, gli angeli lavoravano al posto suo con l’aratro e con i buoi. Così il bracciante malvisto diventa l’uomo di fiducia del padrone, porta a casa più soldi e li divide tra i poveri. Né lui né sua moglie cambiano vita: è intorno a loro e grazie a loro che la povera gente incomincia a vivere un po’meglio. Nel tempo delle epiche gesta di tanti conquistatori, le imprese di Isidoro sono queste, fino alla morte.
A volte certi suoi atti fanno pensare a Francesco d’Assisi. Per esempio, quando d’inverno si preoccupa per gli uccelli affamati: e per loro, andando al mulino con un sacco di grano, ne sparge i chicchi a grandi manciate sulla neve; ma quando arriva al mulino, il sacco è di nuovo prodigiosamente pieno.
Lavorare, pregare, donare: le sue gesta sono tutte qui, e dopo la morte lo rendono famoso come Alfonso il Bravo e come il Cid. Nel 1170 il suo corpo viene deposto nella chiesa madrilena di Sant’Andrea, e col tempo la sua fama si divulga in Spagna, nelle colonie spagnole d’America e in alcune regioni del Nord europa. Nel 1622, Isidoro l’Agricoltore viene canonizzato da Gregorio XV (con Ignazio di Loyola e Francesco Saverio). Nel 1697 papa Innocenzo XII proclama beata sua moglie Maria Toribia. Le reliquie di sant’Isidoro si trovano ora nella cattedrale di Madrid.
Autore: Domenico Agasso (Da Famiglia Cristiana
domenica 3 maggio 2020
venerdì 1 maggio 2020
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